Il terremoto del Giappone 2011, cinque anni dopo
A cinque anni dal disastroso terremoto di Fukushima, con lo tsunami e il disastro nucleare, con 19.000 vittime e un vasto territorio contaminato ed evacuato, la situazione non si è affatto normalizzata, nonostante la politica del governo Abe sia indirizzata nella ripresa del piano energetico nucleare, che fu sospeso all'indomani della tragedia. Nonostante il lavoro di bonifica ambientale, l'area rimane ancora inospitale: solo 60mila persone delle 160mila che lasciarono le proprie abitazioni per colpa delle radiazioni hanno potuto fare ritorno, con calo demografico, visto che saranno moltissimi a non poter essere in grado di tornare, e scontento verso i piani governativi.
Uno studio presentato recentemente dall'associazione ambientalista Greenpeace Japan ha mostrato diversi aspetti preoccupanti:
- elevate concentrazioni di radioelementi riscontrate nelle nuove foglie e, almeno nel caso del cedro, anche nel polline;
- aumento di mutazioni nella crescita degli abeti con l’aumento dei livelli di radioattività;
- mutazioni ereditarie riscontrate nelle farfalle tipo Pseudozizeria maha, Dna danneggiato nei vermi nelle zone altamente contaminate e riduzione della fertilità nella rondine comune;
- diminuzione dell’abbondanza di 57 specie di uccelli nelle aree a maggiore contaminazione, evidenziata da uno studio di quattro anni;
- elevati livelli di contaminazione da cesio riscontrati nei pesci d’acqua dolce di importanza commerciale;
- contaminazione radiologica degli estuari che rappresentano uno degli ecosistemi più importanti.
Desta molta preoccupazione il grado di contaminazione delle montagne boscose nel distretto di Iitate, a nord-ovest della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Recenti studi hanno dimostrato come la radioattività si muova dai bacini montani contaminati, fino a entrare negli ecosistemi costieri, attraverso il fiume Abukuma, uno dei più grandi del Giappone.
In Italia fra le varie manifestazioni per ricordare la tragedia nucleare giapponese, vi è anche la trasmissione televisiva (visibile su Sky Tg 24 alle 21.00 di venerdi 11 marzo) di un documentario diretto dal regista marchigiano Matteo Gagliardi e realizzato con il materiale (300 ore di riprese) del giornalista di Sky Italia Pio d'Emilia, corrispondente dal Giappone e tra i primi ad arrivare sul luogo del disastro; il film narra in un'ora e venticinque minuti non solo le fasi della tragedia, ma anche gli 'effetti collaterali' sociali.
10/03/2016 - Pubblicato da Taranto Claudio